ZAFFERANO

FAMIGLIA: Iridaceae
NOME BOTANICO: Crocus sativus
NOME COMUNE: Zafferano
ORIGINE: Asia minore. Pianta perenne con fiori lilla-porpora, oggi coltivata anche in Europa (in Italia, all’Aquila).
PARTE UTILIZZATA: flos, stigmata
COMPONENTI ATTIVI PRINCIPALI: crocina (conferisce colore rosso), picrocrocina (conferisce sapore amaro), olio essenziale composto da safranolo, pinene e cineolo, carotenoidi.

Descrizione

EFFETTI FISIOLOGICI della pianta nei preparati per uso orale
(CLAIMS definiti nelle Linee Guida ministeriali – Dm 10 Agosto 2018 e Allegato 1 DM 9 gennaio 2019):
Stigmata: Funzione digestiva. Normale tono dell’umore. Contrasto dei disturbi del ciclo mestruale.

IMPIEGO COMUNE IN FITOTERAPIA per uso orale:
Lo zafferano veniva usato nel passato come sedativo (era componente del “laudano”), come digestivo e come stimolante del ciclo mestruale.
Oggi, il suo impiego si sta concentrando soprattutto sul miglioramento dell’umore, sia in casi di depressione nervosa, lieve o moderata, sia come valido supporto nel controllo della fame nervosa durante diete ipocaloriche.

CURIOSITÀ: il nome “crocus” deriva dal nome greco degli stimmi: “krokas”, cioè “fili“. In arabo: “za’faran” ovvero giallo.
In Europa la coltivazione dello zafferano risale ai tempi dell’invasione araba in Spagna (961 d.c.). La pianta giunse in Italia nel XVI sec., portata da un monaco abruzzese del tribunale dell’inquisizione.
Nello zafferano di alta qualità, il contenuto in carotene è 1000 volte superiore a quello della carota.
IN CUCINA: È una spezia molto costosa, utilizza per aromatizzare e colorare diverse pietanze e salse. Si trova in fili o triturato. I suoi caratteristici stimmi arancioni, a contatto con l’acqua, la colorano di giallo intenso. Tipico è “il risotto giallo alla milanese”.